Study with me

aprile 09, 2019



Io sono un'assidua frequentatrice di YouTube e guardo una grande vastità (e diversità) di video. Al momento sta andando molto di moda il format "Study with me" che, se non girato come un vlog (i vlog in genere mi annoiano) può rivelarsi, non dico utile, ma quasi motivazionale
Per motivarmi ho deciso di scrivere un post, ispirato a questi tipi di video, un post dove parlo di come studio

PREMESSA AL LETTORE: 
a me studiare non piace, mi annoia, però so farlo discretamente. Non sono una persona che trae del piacere nello studiare, no, sono una persona che ha un senso del dovere nella media, che conosce le proprie priorità e che sa stare col sedere ben appiccicato alla sedia per 8/10 ore al giorno, se si impegna.  

Fase uno - Il lavoro preliminare
Che altro non è che la prima lettura. Questa fase cerco di concluderla prima dell'inizio della sessione  di esame, così da avere una prima infarinatura di quello che dovrò sapere. Di solito leggo i testi del corso durante le lezioni, tra una lezione e l'altra vado in biblioteca a consumare chilometri di evidenziatori con Spotify negli auricolari. Le mie playlist preferite per studiare sono chill jazz.

Prima lettura → evidenziatore

Non sono una maniaca della cartoleria (al contrario di alcuni miei compagni di corso che si sono emozionati quando la la Stabilo ha prodotto gli evidenziatori pastello), io consumo le penne, i pennarelli e i quaderno che ho in casa, di quaderni poi ce ne ho di imbarazzanti con le principesse ma amen mica li posso buttare, quando finiscono vado dal cinese sotto casa mia per comparane degli altri, di solito opto per i prodotti il più economici possibile piuttosto che per quelli super cute ed instagrammabili.



Fase due - La prima ripetizione
Questa è la fase che odio di più: la più noiosa e la più impegnativa. Inizia la fase due quando inizia la sessione, dunque riprendo in mano i testi dopo settimane che non li ho più toccati e qui inizia il peggio. Un libro dietro l'altro (di solito i miei esami contengono dai due a cinque libri a materia), procedo a step di 50 pagine: rileggo 50 pagine, sottolineando con una matita colorata, e ripeto le 50 pagine appena lette. E' il momento più duro del mio studio, e anche il più lungo, poiché in questa fase non so ancora nulla della materia, ripetendola devo capirla, assimilarla, sono molta lenta nella ripetizione e di conseguenza mi stanco e mi innervosisco. La fase due fa schifo.

Seconda lettura → matita colorata

Fase tre - La seconda ripetizione
E' più scorrevole della prima e anche meno noiosa perché ho una compagna di studi: di solito ripete prima lei di me perché ha più forza di volontà e io nel mentre faccio un ripasso di tutte le cose che non mi sono chiare mentre la sto a sentire. 

Fase quattro - Ripetizione finale
Ripeto in solitudine, sono veloce e faccio collegamenti velocissimi tra vari temi o autori . E' la fase che mi da più soddisfazione perché è qui che capisco quanto e come sono preparata. 

Fase cinque - Sfoglio
Il giorno prima dell'esame io non faccio niente. Nulla. Una volta sono addirittura andata una giornata al mare prima prima dell'esame di Filosofia Araba (for the records: per chi non lo sapesse, io studio filosofia). Mi limito, se proprio ne ho voglia e non è una regola, a sfogliare i libri e guardare le parole chiave. Tempo richiesto 10 minuti.



- Io non faccio schemi, non faccio riassunti, mi limito a segnarmi nozioni in evidenza ai margini dei libri oppure su dei post-it che appiccico un po' ovunque.
- Prendo appunti solo a mano, con carta e penna, prenderli col PC non mi viene comodo per ora.
- Per organizzarmi il lavoro utilizzo un sistema di liste di cose da fare, che trovo molto efficacie.
- Se i corsi sono molto intensi, con dei professori meticolosi, registro le lezioni e le trascrivo sui quaderni (sempre a mano!), è un lavoro lungo e noioso che svolgo solo durante la fase uno, a volte mi ritrovo a seguire la lezione la mattina e a risentile il pomeriggio, cosa che non auguro a nessuno. Per meritarsi questo sbatti extra i corsi devono essere davvero importantissimi e i professori super esigenti, altrimenti è un lavoraccio che mi risparmio con molto piacere. 
- Non allontano il cellulare, lo lascio ben acceso sulla scrivania e faccio tante piccole brevissime pause: mi guardo un paio di stories su Instagram, bevo un sorso d'acqua, rispondo ad un messaggio, faccio la pipì, mi stiracchio, mangio qualcosa... poi riprendo la concentrazione e continuo a fare quello che stavo facendo.

Non so se sono buoni consigli per lo studio oppure no, per ora io mi trovo bene così. Qualcuno di voi ancora studia o ha studiato all'università e si  ritrova un pochino in questo mio metodo? Nel caso, cosa studiate, cosa avete studiato? Sono davvero curiosa!

Ludo.


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14 commenti

  1. Io quando studiavo all'università come studentessa (si parla di 20 anni fa!) seguivo, non tutto assiduamente ma abbastanza, prendevo appunti (che non sempre ricopiavo... dipende) e seguivo le esercitazioni (dipartimento di facoltà scientifica).

    Alcuni corsi mi piacevano di più, altri meno, quelli che mi piacevano di più li seguivo con più interesse (lapalissiano).
    In fase di studio pre-esame, mi prendevo i libri, studiavo le cose combinando quanto fatto dal prof e quanto sul libro, e cercavo di farmi i miei schemi. Per dire: mi serve visualizzare, anche ora, la logica delle cose. Se riuscivo a condensare tutto in uno schema essenziale e logico, significava che avevo capito. Nel mio caso, anche risolvere indipendentemente problemi significava avere capito.

    Ora sto dall'altra parte. Insegno corsi base della mia materia a studenti universitari.
    Devo dire che... insegnare, aiuta a capire. So le cose molto, molto, molto meglio di quanto le sapevo prima, anche se da studentessa ero più pronta e rapida. Ma non ero così brava a spiegare.

    Insegnando, uno DEVE avere capito, e soprattutto deve far passare il messaggio in modo efficace anche a studenti di altre discipline (tipo, ho studenti di ingegneria elettronica, architettura, biologia, chimica, computer science, e tutti devono seguire e capire e fare gli esercizi) (NOTA: non insegno in Italia, sono all'estero).
    Della serie: se i miei professori venissero qui, sarebbero frustratissimi. Loro parlerebbero di cose ganzissime ma il pubblico non capirebbe una mazza...

    Quando mi preparo per una lezione, mi faccio i miei schemetti (per me una pagina, oramai basta che mi guardi le cose 20 min prima e so già cosa devo dire e come organizzare il tutto, da tante volte l'ho ripetuto... 4 sezioni a semestre con lo stesso programma, spero tanto di cambiare corso che... mi viene a noia!)
    Per gli studenti, preparo estratti che sono come il libro, ma senza tutto il blaterare (che a me viene a noia a volte). Non so se sono utili. Di solito dico che sono un punto di partenza, ma la vera comprensione della materia viene quando LORO attaccano un problema e lo discutono con altri compagni di corso. Nello spiegare ad un altro, la materia si chiarifica, i nodi vengono al pettine.
    Credo non valga solo nelle scienze, ma in tutto.

    Per questo, a mio avviso è importantissimo esercitarsi a spiegare. Inoltre nelle scienze vale la prova "bambino". Se uno ha capito il meccanismo, deve riuscire a spiegare il concetto anche a un bambino delle elementari (non sto scherzando).

    Una domanda: mi riassumeresti l'essenziale della filosofia araba in poche righe? Mi interessa! :D

    Ciao,
    Nuvola

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    1. Grazie per questo commento così appassionato. Mi ha fatto molto piacere leggere questo confronto con chi sta dall'altra parte della cattedra.
      Riassumere l'essenziale in qualche riga della filosofia araba è un po'difficile, ci sono stati tanti autori diversi ognuno con un proprio pensiero personale. Io ho studiato la filosofia araba medievale e ho letto alcune antologie di Al-Farabi, Avicenna e Averroè.
      Se può interessarti, prima dell'esame mi sono letta "L'islam" di A. Bausani, perchè di cultura mussulmana ero davvero ignorante e avevo bisogno di un testo di supporto. E' un saggio per niente difficile e molto interessante, per chi ha voglia di sapere qualcosa di più sulla cultura islamica in generale.

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    2. Grazie per il libro che mi consigli, farò in modo di leggermelo.
      Mi interessa proprio perché io in un paese musulmano (ma secolarista, almeno fino ad ora...) ci vivo e lavoro. Praticamente è come essere in Italia, con alcune differenze.
      Ma appunto è la mia esperienza, e, pur vivendo qui e avendo amici musulmani mi interessa sapere l'opinione di chi ha studiato questi popoli in modo più approfondito.
      Una osservazione: qui tutti sono musulmani per definizione qui, poi c'è chi pratica e chi no, e comunque questa è una metropoli mica un paesino rurale dell'Anatolia, dove le condizioni sono praticamente ferme all'Italia del dopo prima guerra mondiale.
      All'interno dei musulmani poi , che noi mettiamo tutti nello stesso calderone, c'è un sacco di differenza, e non di religione (sunniti e sciiti per dire) ma proprio di tradizione e appartenenza etnica. Conosco parecchi iraniani e sono un popolo molto fiero, e sono di solito con un livello di istruzione molto alto. Come dice una mia amica: "First, we are Persians, then we are Muslims." Poi ci sono i turchi, tutt'altro popolo e lingua, legati all'Asia centrale e alla Mongolia. Poi gli arabi veri e propri. Tra questi i Siriani, che fino a prima della guerra erano anch'essi molto ben istruiti e vantavano una condizione invidiabile. I Sauditi invece sono praticamente il prototipo dell'essere retrogradi e oppressivi (parlo in generale, ovvio che eccezioni esistono).
      Poi i musulmani "turchici" delle ex repubbliche sovietiche (loro sì che bevono vodka come i russi... ma sono spesso musulmani, e non credo vedano contraddizione in questo). Tra di loro ho molti amici, sono persone con un'istruzione di tipo sovietico (insomma: bella solida, mica all'acqua di rose) e sono tostissimi come persone in generale, abituate alle avversità, ma hanno anche un cuore grande, molto accoglienti e molto orientati verso la famiglia.
      Grazie dai, vedrò di leggerlo il libro che dici!

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    3. Sono molto d'accordo. E' come se chi, fuori dall'Europa, ci chiama tutti europei. Europei lo siamo, certo, ma dentro sai quante differenze!

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  2. Lavoro, ma studio ancora... quando posso e non sono uno zombie.
    Ora che ho meno tempo e di solito mi ci metto o la mattina prima di lavorare o la sera, leggo sottolineando le cose più importanti e faccio le pieghe alle pagine se ritengo ci siano cose super importanti.
    I libri, a fine lettura, sono dei cessi, ma almeno sono agile a recuperare le informazioni importanti anche a distanza di mesi.

    Come mi piacerebbe studiare e basta... però mi piacciono anche i soldi! Un bel dilemma.

    CervelloBacato

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    1. Io studio e lavoricchio part-time, è un ammazzata ma anche a me piacciono i soldi, non che ne faccia chissà quanti, ma almeno qualche vizio così riesco a concedermelo...
      PS: cosa studi?, sono curiosa!

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  3. è importante che ognuno trovi il metodo adatto a lui, se non ci riesce articoli come questo sono molto utili perché ti aiutano a provarne uno! Anch'io inizio con la lettura ed evidenziando, ma poi per imparare ho bisogno di scrivere! :)

    https://julesonthemoon.com/

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    1. Ad ognuno il suo, io conosco persone che riassumono, schematizzano, leggono e basta...il mondo è bello perché è vario!

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  4. Io sono una cartomatta irrecuperabile e ai tempi della scuola divoravo evidenziatori a più nn posso :-)

    https://nettaredimiele.blogspot.com

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  5. Mi ritrovavo in te alla prima riga del post ed ero conquistata.
    Personalmente, non sono ancora in ambiente universitario, ma mi aspetta l'anno prossimo e stavo proprio pensando che devo capire come sarà il metodo di studio più giusto ed efficiente da adottare. Per ora ottengo i miei risultati soddisfacenti, ma con un'organizzazione pessima-.-
    Ad ogni modo grazie:) mi hai dato un paio di dritte

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    1. In bocca al lupo, immagino sarai, più o meno, in quel periodo della vita in cui bisogna prendere una decisione importante.
      Sono contenta che il mio post ti abbia aiutata, però tieni conto che ognuno apprende e impara in maniera personale, a seconda delle proprie capacità ed inclinazioni!

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  6. io ho bisogno di scrivere, altrimenti non ricordo nulla, ho una memoria visiva, se vedo uno schema per un secondo mi rimane la foto stampata in testa, ma se leggo soltanto non ricordo nulla. Sarà che io facevo economia e quindi le cose erano più scritte, perchè comunque c'erano gli esercizi di matematica da svolgere o i problemi di ragioneria, ma non riuscirei mai come fai tu. Io cercavo di stare il più attenta possibile alle lezioni, più che registrare cercavo di riassumere e centrare il centro del discorso, se il ragionamento mi era chiaro non mi applicavo più di tanto, se non capivo mi andavo a rileggere il capitolo quello stesso giorno, così da non rimanere indietro per la lezione successiva. Poi, fase due sotto l'esame mi dividevo le pagine del libro da studiare al giorno, anche li facevo una sintesi stretta, cercando di tenere solo i concetti e riassumevo su carta. in ultimo ripetevo dai miei riassunti. Però non c'è un metodo migliore universale, secondo me dipende da come si è fatti.

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    1. Sì, credo proprio che il metodo di studio sia una questione personalissima, relativa alle proprie attitudini e inclinazioni. Per me scrivere, ad esempio, è una cosa fuori dal mondo.

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