"Sono una persona profondamente superficiale"

maggio 15, 2014

"Sono una persona profondamente superficiale" lo disse Andy Warhol il secolo scorso e a distanza di anni è una frase che colpisce parecchio.
Inizio col dire che accostare l'aggettivo "superficiale" con l'avverbio "profondamente" è un ossimoro, il che fa dedurre che Andy sia stato una persona culturalmente accorta oltre che superficiale. 
Perché sto parlando di Andy Warhol? Domanda più che lecita. 
La settimana scorsa sono stata punta da qualcosa di vagamente trasgressivo che ha dirottato il mio tragitto giornaliero verso il Palazzo Cipolla di Roma, anziché verso il mio adoratissimo liceo.
Mi sono goduta a pieno la mostra, che più che una mostra di quadri raffiguranti barattoli di zuppa o bottiglie di Coca sembrava il percorso psichico di una persona disturbata attraverso le fotografie che scattava e le opere d'arte su cui pisciava sopra -per maggiori informazioni su questa tecnica di ossidazione davvero curiosa andate a vedere la mostra o documentatevi su Wikipedia-
Persone disturbate mentalmente e persone superficiali.
Ottimi argomenti per un post, ma no. Non farò riflessioni lunghissime su qualcosa di banalissimo come le persone superficiali. Sono più che certa che sia molto facile sparare giudizi su persone superficiali se si è o si pensa di non essere persone superficiali. Quindi no, grazie, ma preferisco astenermi.
Sparare giudizi.
Ecco su cosa voglio chiarire il  mio punto di vista: sparare giudizi.
Facciamo un breve sondaggio, quanti di voi pensano che sparare giudizi sul prossimo sia una cosa negativa, per favore alzino la mano.
Ottimo. -mi sento un po' come Dora l'Esploratrice-.
Ora, quanti credono che sparare giudizi sul prossimo sia più facile che farlo su sé stessi, alzino anche loro la mano.
Di nuovo, chi ha mai sparato un giudizio su qualsiasi cosa, persona, animale, pianta o fungo alzi la mano.
Anche se non lo vedo credo che la maggior parte di voi abbia alzato la mano -spero per voi metaforicamente, perché se qualcuno entrasse nella stanza e vi vedesse con la mano alzata verso il PC si farebbe senza dubbio un paio di domande- a tutte e tre le mie richieste.
Tutto sbagliato, per quanto mi riguarda.
Insomma, chi ha deciso che pensare dei giudizi sia sbagliato? Perché mai dovrebbe esserlo?
I giudizi fanno bene, sia quelli negativi che quelli positivi. I giudizi fanno accrescere l'ego, la propria autostima e allo stesso tempo temprano il carattere, se espressi alla persona giudicata.
Inoltre elaborare un giudizio è assolutamente umano -chi non è umano alzi la mano (se ce l'ha) e mi mandi una mail, perché nella mia lista delle cose da fare prima di morire  c'è il punto vedere un alieno-.
Faccio un esempio: quando stringiamo la mano al fidanzato della nostra amica per la prima volta, senza volerlo lo abbiamo inquadrato ed etichettato prima ancora che il ragazzo abbia detto una parola -chi nega il contrario si faccia avanti, non vi temo-. La stessa teoria si applica col postino la mattina, o con la vecchietta del piano di sotto , con la propria madre eccetera.
I giudizi sono utilissimi anche per l'auto-protezione: se non ci facessimo dei giudizi rischieremmo di rimanere feriti da chiunque.
Per quanto riguarda il giudicare sé stessi non ho ancora elaborato una vera e propria ipotesi. Ho frammenti di idee ma nessun legante. Le persone spesso si giudicano male in tutto: conosco una ragazza con un peso medio nella norma che si considera sovrappeso e ha indossato la propria gonna adorabile presa nei saldi solo una volta per via dei suoi -immaginari- fianchi grossi, dall'altra parte la stessa ragazza si crede una grande critica cinematografica perché ha una lista -infinita- di film multipremiati da vedere.
Eppure io che sono una persona esterna riesco ad avere un quadro più preciso di lei di quanto lei ce l'abbia su sé stessa: questa ragazza non è grassa né tanto meno una critica cinematografica. Di sicuro anche a lei questa faccenda del giudicare viene meglio quando la applica su di me, rispetto a quando io giudico me stessa. -Ehi ragazza, lo so che lo leggerai questo post,  non te la prendere intesi?-
Un'altra ipotesi a cui ho pensato è che forse ogni persona percepisce l'altra diversamente, e quindi nessuno, né gli esterni né la persona stessa, potranno mai dare l'unico giudizio veritiero.
Oppure è una via di mezzo tra le due ipotesi, o una terza a cui non ho ancora pensato. Non saprei.
So che Warhol si considerava una persona superficiale, ma da quello che ho potuto vedere alla mostra forse sì, era profondamente superficiale, ma tra tutti gli aggettivi io più che superficiale lo avrei definito autentico.
Una persona autentica utilizzal'auto critica il più oggettivamente possibile. Ed è vera la sua citazione, che forse ho considerato la più bella tra tutte quelle proposte dalla mostra, che dice: "Se volete sapere tutto  su Andy Warhol, basta che guardiate la superficie: quella delle mie pitture, dei miei film e la mia, lì sono io, dietro non c'è niente".
E' incredibile accorgersi che in effetti è proprio così, tutto superficiale. Cosa rappresenta un barattolo di zuppa al brodo di pollo? Quello che è, un barattolo di zuppa al brodo di pollo.


Per chi è curioso di andare a vedere la mostra, che consiglio a chiunque vivamente, o vuole avere più informazioni al riguardo clicchi su Andy Warhol Mostra. Per chi ha dubbi sui giudizi sparati può felicemente scrivermi un commento, la stessa cosa vale per chi ha voglia di giudicare il mio post.

PS: Sottolineo la differenza tra il pensare giudizi e il renderli pubblichi. C'è modo e modo di esprimere un giudizio, c'è luogo e luogo per farlo, e circostanza e circostanza da valutare.

Ludo.

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5 commenti

  1. Mi astengo dal giudicare il tuo neonato blog ;) tanto io sbaglio sempre cercando di inquadrare una persona a cui stringo la mano, tra l'altro non sono riuscita a capire la sottoscritta se la mia superficie sembra 3D, quindi molto di più.... Auguro anche ate di vivere nel dubbio e nell'errore per continuare a raccontarmeli.

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  2. Credo i giudizi facciano bene finché non sono dettati da pura cattiveria e voglia di distruggere. La critica ci sta se costruttiva, altrimenti se fa peggio meglio tenerla per se. Qui forse parlo di giudizi su lavoro e simili più che sulla persona in se. ;)
    P.s togli il codice captcha dai commenti ti prego ;)

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  3. Trovo il tuo post molto interessante, e mi fa nascere una riflessione sul fatto che c'è una sottile linea di demarcazione che potrebbe trasformare un "giudizio" (che di per sé ci risulta sempre una parola con accezione negativa) in un'opinione, ed io credo che questa linea di base sia il come, il modo in cui tale giudizio viene espresso. Esempio: se ho un'amica che pesa 90kg e si veste come se ne pesasse 50, una cosa è dirle "Non puoi permetterti di mettere leggings/mini/shorts, sei ridicola", un'altra è dire "Penso che staresti meglio con un look diverso, un pantalone a vita alta ti donerebbe sicuramente di più".
    Penso poi che il non sparare giudizi sia una condizione, come giustamente dici tu, impossibile da raggiungere. In un modo o nell'altro, lo facciamo sempre, un po' come nell'esempio del nuovo fidanzato nella nostra amica. Il punto credo, sta nel capire quando è il caso di esternare il nostro giudizio all'interessato e come :)
    Un abbraccio, e grazie mille per essere passata da me :) auguri per il blog!

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  4. Posto che io ho alzato la mano fisicamente per due ottime ragioni:
    1 - M'importa un fico se qualcuno mi vede
    2 - Nessuno può vedermi, perché io non esisto: sono solo frutto dell'immaginazione comune, come babbo natale e la befana.
    Non ho mai reputato "sbagliato" formulare giudizi sulle persone (positivi o negativi che fossero). Come hai detto, esistono momenti adatti e non per esprimerli, modi e modi per farlo. Formularli, tuttavia, è lecito e naturale. Per lo più, posso affermare che i giudizi da me formulati si sono rivelati aderenti alla realtà, anche a distanza di tempo e questo vale per quelli formulati sugli altri, tanto quelli formulati su me stesso (anche se quelli su me stesso li lascio formulare da mio fratello, che ha una visione più cinica di me).
    Su Andy non mi pronuncio perché non mi sono mai preso la briga di analizzare la sua arte dal momento che, se avessi voluto vedere un barattolo di zuppa di pollo, sarei andato in supermercato anziché ad una mostra d'arte. Se poi lui stesso si definisca una persona "profondamente superficiale" dietro la cui arte non c'è nulla di più di quanto non si veda, la cosa mi rende ulteriormente scettico nei suoi confronti, in qualità di artista fino a quando la memoria non mi ricordi che nel 2002 un numero imprecisato di persone ha passato l'estate, ballando su una canzone il cui significato (a detta delle cantanti) era assolutamente nullo.
    Quindi, se il riportare il mondo così com'è esattamente com'è, senza nessun significato può venir considerata arte, allora sì: posso aver stima di lui come artista per aver catturato l'attenzione del mondo, tramite l'ordinario, tanto per dimostrare che non serve essere speciali per venir notati.
    Fortunatamente, ho letto questo posto oggi e non l'altroieri, altrimenti avrei quasi forse corso il rischio di andare a vedere detta mostra, se non altro per curiosità.

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