Roma Bene - Ritratto di un Poeta libertino

marzo 10, 2016

A grande richiesta -si fa per dire- ho l'onore di presentarvi il seguito del post pubblicato a Settembre Roma Bene - Ritratto di un Pariolino onesto. Questa volta vi propongo un ritratto in versione radical chic e non più posh, e soprattutto con un cambio di location: abbandonati gli attici di Parioli, il racconto si sposta nel residenziale e storico quartiere di Prati.




Lui è Alessandro, ha vent'anni e studia Filosofia all'università pubblica di Roma Tre. E' figlio unico, ha visitato l'America in tutti i suoi lati migliori e peggiori e ha smesso di suonare il pianoforte a sedici anni. Suo padre Paolo insegna Diritto del Lavoro alla Sapienza, mentre sua madre Laura cura le quarte di copertina della collana Stile Libero di Einaudi; tutti e tre abitano in una casa con terrazzo e vista sul Tevere vicino Via Cola di Rienzo, sono soliti fare colazione insieme ogni mattina e pranzano dalla nonna tutte le domeniche. La loro casa vanta una libreria grande quanto la Cappella Sistina e un di labrador maschio di razza che in teoria dovrebbe lasciare peli ovunque e invece di peli sul parquet non ce n'è neanche l'ombra. Miracoli delle colf polacche, saranno tutte andate ad imparare qualche incantesimo a Hogwarts per rendere le case dei viziati di Roma Bene così tanto pulite.
Alessandro per quanto si sforzi di voler apparire un proletario di ceto sociale medio basso proprio non ci riesce. Non ci riesce neanche lontanamente e il fatto che odi farsi chiamare con nomignoli e abbreviazioni ne è un esempio lampante: il suo nome è Alessandro, come Alessandro Magno. Micacazzi.
Alessandro è uscito con 96 dal liceo classico e nel tempo libero, quando non legge la biografia di Céline o non beve amaro da otto euro al bicchiere nelle vie di Trastevere, scrive poesie.
Esatto. Scrive poesie. Scrive poesie a schemi metrici liberi e si crogiola nell'appellativo di 'genio' che il suo grande amico Giorgio gli appioppa ogni volta che lo sente recitare uno di questi capolavori di letteratura italiana.
Alessandro il sabato sera esce a bere amaro o vino bianco con l'amico Giorgio che studia Giurisprudenza  e con l'amico Adriano che studia Scienze Politiche, si siedono al solito bar per poeti maledetti che puzza di alcol distillato e fumo ristagnato e chiacchierano di quanto faccia schifo la prefazione di Baricco al libro di John Fante Chiedi alla Polvere.
Alessandro al contrario di Giorgio non fuma sigarette Camel, per carità. Lui fuma tabacco senza nome bianco che si rolla a suo gusto il sabato sera mentre sorseggia l'amaro da otto euro del bar dei poeti maledetti e che si rolla anche subito dopo aver fatto sesso con Gaia, la ragazza che gli muore dietro da qualche mese ma a cui lui non ha mai concesso nient'altro che ottime scopate. Ottime scopate secondo Alessandro, Gaia nessuno l'ha interpellata.





Alessandro proprio adesso è seduto al bar con ancora addosso il suo cappotto di panno nero e i suoi occhiali dalla montatura spessa e squadrata. Osserva in giro mentre Giorgio mastica parole senza senso fino a quando lo sguardo non gli cade sul tavolo accanto a quello in cui è seduto. Una decina di ragazzini si stanno ammazzando dalle risate davanti ad un tavolo pieno di mojito e rum e pera. Alessandro allunga le orecchie è avverte parole che lo elettrizzano da morire: Nietzsche, Schopenhauer, Popper, Arendt.
I ragazzini avranno uno o al massimo due anni meno di lui, eppure Alessandro li vede seduti tra mojito e rum come neonati che della vita hanno ancora tutto da scoprire e sperimentare. Non come lui che a vent'anni si sente di aver già provato ogni piacere e ogni dispiacere sulla pelle.
All'improvviso una delle ragazzine al tavolo si volta e lo scopre a fissarla. Alessandro è un duro e non si lascia intimorire, mantiene gli occhi fissi e aspetta che la ragazzina ceda.
Lei non cede: sbatte le palpebre con freddezza e si volta verso uno dei suoi amici che butta giù in un unico sorso il bicchiere di succo di pera.
Alessandro e Adriano si scambiano due parole e in meno di due minuti sono al tavolo dei ragazzini a fare amicizia.
Alessandro si siede accanto alla ragazza e scopre il suo nome: Sofia. Di bene in meglio. Inizia a raccontarle da dove proviene quel nome, le cita antichi canti greci, qualche massima di filosofia socratica e prima di stenderla al suolo con la sua ultima sentenza destabilizzante finisce l'amaro con un sorso misurato, un sorso da uomo vissuto.
Quindi sei brava a scrivere. Le dice Alessandro.
No, ho solo detto che scrivo.
E di cosa scrivi?
Sofia alza le spalle perchè non sa come rispondere nè tanto meno vuole farlo. Dopo il suo attimo di esitazione capisce che la domanda di Alessandro era una domanda retorica. Su cosa Sofia scriva a lui non importa nulla, era solo un modo gentile per poter dirle quello che sapeva l'avrebbe resa preda e non più predatrice.
Sai, anche io scrivo. Le confessa Alessandro con la voce di chi sta rivelando un segreto, una confidenza intima e riservata. Scrivo poesie.
Scrivi poesie, mi prendi in giro?
Alessandro scuote la testa e sembra modesto. Giuro. Ride.  Ho anche pubblicato un libro.
Anche Sofia ride e non ci crede fin quando lui non le mette sotto al naso un cellulare con la pagina di Amazon che assicura una spedizione rapida e sicura dopo l'acquisto della raccolta di poesie di Alessandro.
Sofia quella sera torna a casa ed è eccitata. Si sente fortunata, unica. Non vede l'ora di rivedere Alessandro per sentirlo parlare di letteratura, di filosofia, di poesie.
Quando lo incontra di nuovo sono passate un paio di settimane.  C'è una festa a casa di un'amica di un amico di una cugina della compagna di nuoto della vicina di casa, e Sofia sapeva che ci sarebbero stati sia Adriano sia Giorgio sia Alessandro.
Sofia lo vede parlare con una ragazza e senza farsi vedere cerca di origliare: Alessandro le sta raccontando di letteratura, filosofia, poesia.
Poi eccolo che si rivela per quello che è, eccolo che si tradisce da solo. Sofia lo vede avvicinarsi all'orecchio della ragazza e anche se non riesce a sentirli nel chiasso della festa sa benissimo cosa Alessandro le sta confidando all'orecchio: un segreto intimo, lui è uno scrittore, ha scritto un libro. Micacazzi.
Sofia è sorpresa, non aveva mai visto nessuno rimorchiare le ragazze con lo stesso preciso schema ogni volta, pensava che questo genere di cose succedesse solo nelle serie TV con Sarah Jessica Parker. Nella propria testa Sofia si congratula con Alessandro: l'ha fregata, c'è riuscito, tanto di cappello. Sofia sta per girare i tacchi e raggiungere le proprie amiche quando decide di togliersi uno scrupolo. Con noncuranza passa dietro alle spalle di Alessandro e butta un occhio sulla pagina del cellulare che lui sta mostrando alla ragazza: Amazon assicura una spedizione rapida e sicura per chi acquista la raccolta di poesie di Alessandro.


[Il racconto è ispirato da una storia realmente accaduta]

Ludo.

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