One day, when the glory comes

marzo 01, 2015




Questa foto riassume tutto ciò che ho scritto,
se la si guarda bene leggere qui sotto è inutile.




Per me è diverso, giuro. 
Lo so che lo dicono tutti, lo so, lo so, ma giuro che per me è diverso.
E' diverso proprio perchè è esattamente quello che è. 
Non c'è nessuna visione allegorica, spirituale, filosofica, niente. 
Per me sono solo le luci delle lampadine che brillano nel teatro, sono le poltrone rosse e lo scintillio delle scarpette che battano sul pavimento, come nelle favole.
Per una sera li vedo che respirano come respiro io, e lo stanno facendo proprio nello stesso istante in cui lo sto facendo io, nello stesso modo anche: prendi l'aria, butta l'aria, prendi l'aria, butta l'aria. 
Camminano e sorridono alle macchine fotografiche, si salutano tra di loro, salutano gli obbiettivi, ma si vede, si vede, che vogliono vincere. 
Sono grati alla vita per essere lì in quel momento, devono essere grati alla vita per essere dove sono adesso, per indossare le scarpe che indossano e i vestiti svolazzanti e le pietre preziose che luccicano.
L'oro, le scarpe, l'orchestra, la seta degli abiti da sera, il tappeto rosso, tutti questi piccoli e brillanti particolari sono la personificazione della mia felicità.
Anche se loro non sono felici, anche se si drogano per la depressione o si deprimono per la droga, anche se si suicidano, muoiono di overdose nelle vasche da bagno di alberghi lussuosissimi, anche se odiano la vita e tutto quello che la vita ha concesso loro, ogni cosa che appartiene a quell'universo sfavillante e colorato è la mia felicità.
Quando dico che per me è diverso lo penso davvero. Loro sono stati tutti come me, come noi comuni mortali,  prima di essere lì. Se adesso dunque camminano con il papillon sotto il mento e con delle scarpe di velluto e pregano Dio di avere ancora di più per quella sera, allora i sogni si avverano.
Uno su un milione, dicono. Per me è diverso perchè i numeri non hanno importanza. Uno su un milione, uno su un miliardo, uno su.. qualunque numero ci sia dopo.
Non fa alcuna differenza, quell'uno ha vinto e io non smetterò mai mai mai mai mai mai di immaginare di essere un uno anche io.
Quindi nell'attesa dormo sul divano con BBF, mi sveglio alle due e mezza del mattino, accendo la tv, piango insieme a Chris Pine mentre John Legend canta Glory e sogno senza avere bisogno di dormire.





Ludo.

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6 commenti

  1. A volte la vita concede sogni come favole. Con tutte le loro sfumature.

    Moz-

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    1. Le sfumature delle favole sono la parte che mi piace di più

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  2. La visione umana che sei riuscita a dare è meravigliosa. Grazie.

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  3. Ho vinto un solo vero premio in vita mia.
    Sì parla di tanti anni fa, quando il palco era ancora la mia casa ed io lo amavo come fosse la mia vita.
    Era un concorso da nulla, un pugno di scuole italiane che facevano degli spettacolini in un piccolo teatro.
    Una trasferta piacevole e tranquilla.
    Dopo qualche mese, le nomine per le premiazioni. La mia scuola aveva qualcosa come 10 nomine. Insegnanti e studenti erano tutti emozionati ed elettrizzati all'idea di tornare lì.
    Una piccola notte degli oscar per noi "bambini". Forse "ragazzi" in fin dei conti eravamo alle superiori, se pur minorenni eravamo ragazzi.

    La tensione in sala era meravigliosa. Ognuno aveva messo "il vestito buono" per l'occasione. Sì, pure io, che giovane che ero.

    Quando hanno chiamato il mio nome ero emozionato come se non fosse davvero reale, come se fosse stato uno strano sogno da cui mi sarei svegliato presto, se non mi fossi sbrigato a raggiungere il palco.

    Di dieci nomine, la mia scuola tornò a casa con 7 premi.

    Auguro a chiunque di vivere una favola come quella, che se pur in piccolo, mi ha toccato profondamente.

    Ma come ho detto, si parla di tanti anni fa.

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    1. Ti invidio, questi ricordi mi mettono i brividi.

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