About ANSIA

gennaio 22, 2016

Questa parola mi ha rotto i coglioni. 
E' ovunque: in ogni angolo, in ogni post su Facebook, in ogni vignetta, in ogni camera, in ogni casa, in ogni ufficio, in ogni scuola.
Se io fossi la Sig. Ansia mi sarei un po' scassata le balloons  di sentirmi chiamata in causa ogni due per tre.
Che poi, tra l'altro, esistono una miriade di parole più tecniche per descrivere uno stato d'animo mentale o fisico di angoscia e/o paura.
Panico, ad esempio. Panico è una parola bellissima. Già dal suono schioccante della P si capisce che è un sostantivo di tutto rispetto. Ansia, invece, tutta vocali e sibilanti, ma che cosa si pretende che trasmetta? Ringraziamo la presenza della nasale che tenta -invano- di bilanciare la pronuncia. 
Terrore anche, non è da sottovalutare: ho il terrore che mi interroghi, ho il terrore che muoia mia nonna, ho il terrore di diventare obesa, ho il terrore di perdere il lavoro, ho il terrore di non trovare lavoro e di vivere a trent'anni ancora con i miei.
Lo so che l'ansia è una sfumatura tra l'angoscia e il panico e il terrore e l'agitazione, e che nessun'altra parola può descrivere l'ansia meglio della parola ansia stessa, lo so, ma mi domando, quando ancora non andava di moda la parola ansia -negli anni novanta, tipo- le persone avevano ansia?
Mio padre dice che vent'anni fa si aveva paura, non ansia. L'ansia è venuta dopo. 
Allora io mi chiedo, è davvero necessario trovare una sfumatura della paura? Perchè abbiamo bisogno dell'ansia? Smettiamola di farla andare di moda. 
L'ansia fa schifo, va bene? Fa più schifo dei crauti e dell'odore del vomito, l'ansia fa schifo a chiunque, anche ai sassi. 
Se siamo tutti d'accordo che l'ansia fa schifo dunque, perche cazzo continuiamo ad averne? Proporrei di passare allo stadio successivo (panico) oppure di tornare verso un lessico più tradizionale (paura) e di lasciare l'ansia da parte, perchè non solo è una parola foneticamente insulsa, racchiude anche un'emozione patetica, grigia, che non è né carne né pesce, ma solo una sbiadita ombra di qualcosa che sarebbe voluta essere paura ma non ci è riuscita. L'ansia è inetta, poverina.




Il mio appello per annientare la parola ansia dal vocabolario parlato contemporaneo è dovuto da un utilizzo improprio della parola, perchè a quanto pare l'ansia si è trasformata in una filosofia di vita, in un modo di concepire l'esistenza, e anche in una serie di aggettivi raccapriccianti. Ad esempio:

-C'ho ansia
-Sei l'ansia
-Mi fai venire l'ansia
-Ma che ansia
-Sto in ansia
-Ansiogeno 
-Ansiogena
-Ho l'ansia
-Sono in ansia
-Ansiosi
-Ansiose
-Ansiolitico 
-Ansietta
-Che ansia che sei
-Porca puttana l'ansia
-Tremo per l'ansia
-Mi mettete ansia
-Ma voi non la sentite l'ansia?

Per non parlare poi dei ridicoli neologismi usati come freddure o, peggio, come modi di dire: 

-L'ansia is in the air 
-Le mie ansie hanno ansia
-Ho più ansia che sangue
-Piove ansia
-Che l'ansia abbia inizio
-Hashtagansia
-Sono una ragazza ansia e sapone
-Aspetto con ansia che passi l'ansia
-Che l'ansia sia con voi
-50 sfumature di ansia
-Mi reggi un attimo l'ansia
-Vado a prendere una boccata d'ansia
-Tutta quest'ansia di crescere e poi l'unica cosa che rimane è l'ansia
-L'attesa del piacere non è essa stessa il piacere, è l'ansia.




Ragazzi, sul serio? Che cos'è, una parola bonus per giustificare le insicurezze e le incertezze? STIAMO SCHERZANDO? La situazione ansia sta sfuggendo di mano al genere umano.
Propongo di farvi un esame di coscienza e contare quante volte al giorno e alla settimana si pronunci o si scriva la parola ansia e derivati, il risultato potrebbe sorprendere.


Ludo.

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